"Il torto. Diciassette gradini verso l'inferno"
Edizioni E/O
Dialoga con l'autore Federica Amadori
Nella primavera del 1998, in Italia, si aggira un serial killer. Un uomo che uccide e getta il paese nel panico. Si chiama Donato Bilancia, detto Walter. Responsabile di diciassette omicidi come il cannibale Jeffrey Dahmer, ma nel giro di appena sei mesi. Il cosiddetto serial killer dei treni venne catturato venticinque anni fa dopo un semestre di sangue, e nella primavera del 2000 fu condannato a scontare tredici ergastoli per i diciassette omicidi dei quali si dichiarò colpevole. Ladro e gentiluomo, nottambulo della suburra genovese, giocatore incallito ma fedele all’azzardo della parola data, è stato il più feroce assassino che il Bel Paese ricordi dai tempi del mostro di Firenze. Questa è la sua storia, articolata nei diciassette drammatici momenti che ne suggellarono il destino. Diciassette gradini verso l’inferno, dal furto all’omicidio con movente, dall’assassinio per vendetta all’omicidio seriale, fino alla profanazione di cadavere. Quello di Donato Bilancia resta un caso senza spiegazione, enigma ed emblema di quel male senza fondo che a volte gelidamente ci sfiora, e che ci terrorizza con la sua banalità.
Carlo Piano, Genova, 1965, giornalista, vivente nel momento in cui scrive. Nel 1998 aveva seguito il caso Bilancia come inviato di un quotidiano nazionale. Collabora con Repubblica, La Stampa e il Secolo XIX. In combutta con il padre Renzo ha scritto Atlantide per Feltrinelli. Per le Edizioni E/O ha pubblicato Il cantiere di Berto con cui ha raccontato tragedia e rinascita del ponte di Genova. Detesta ogni forma di violenza anche sulle mosche. Sono simpatiche.